Verdi by Massimo Mila

Verdi by Massimo Mila

autore:Massimo Mila [Mila, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Composers & Musicians
ISBN: 9788858639146
Google: gJx8x5f-qBsC
editore: BUR
pubblicato: 2012-11-07T00:00:00+00:00


Allo stato attuale delle conoscenze non sembra dunque possibile stabilire con certezza se la riunificazione parigina diVerdi con la compagna della sua lunga vita sia stata la conclusione di premesse intime già da tempo fondate, oppure il commovente colpo di fulmine di due italiani, anzi, due emiliani all’estero che il capriccio delle circostanze riavvicina. Ma comunque sia andata, Verdi non era tipo da perdersi interamente in un sogno d’amore, dimenticando gli affari. E a Parigi, dove gli editori Escudier subentrarono all’odiosissimo Lucca nelle funzioni stimolatrici, Verdi s’accordò con l’Opéra per la trasformazione dei Lombardi alla prima Crociata in un’opera francese, su libretto di Royer e Vaëz. Trasformati i Lombardi in Francesi, col sacrificio di quel patriottismo municipale che tanto aveva contribuito al successo dell’opera a Milano, il titolo sarebbe stato Jérusalem.

Comincia qui la storia dei tormentati rapporti di Verdi con quel teatro dell’Opéra, l’antica Académie Royale de Musique et de Danse, che contendeva alla Scala il vanto del primato mondiale, e che perciò gl’Italiani, Verdi compreso, vedevano come il fumo negli occhi. Durante quei due giorni di misterioso e solitario soggiorno a Parigi prima di proseguire per Londra, Verdi ci era andato, all’Opéra, e ne aveva riportato un’impressione disastrosa. «Non ho mai sentito più cattivi cantanti e più mediocri coristi. L’orchestra istessa (con permesso di tutti i nostri Lions) è poco più che mediocre.»114 Non sono che i primi d’una lunghissima serie di acerbi rimbrotti che Verdi elargirà nel corso della sua carriera all’orgoglioso teatro parigino. Però ci ritornava sempre. È significativa del miraggio che il prestigio dell’Opéra costituiva agli occhi diVerdi la lettera del 2 agosto 1846 con cui egli faceva cascare dall’alto, al bravo impresario napoletano Vincenzo Flauto, le sue possibilità internazionali. «Perché devo essere di cattivo umore coi Napoletani ed i Napoletani con me? Mancano colori nel prisma per avere bisogno del Verdi? Ed io pure spero che qualche teatruccio non mi mancherebbe per ora. Se non altro la Grand’Opéra di Parigi come posso mostrarvelo con una lettera di Pillet. »115 (Léon Pillet era allora il direttore dell’Opéra, sostituito proprio l’anno dopo dalla coppia Roqueplan e Duponchel.)

Fin dal 1845, quando il Pillet aveva fatto cercare Verdi da un suo agente, era già per aria il progetto di trasformare i Lombardi in francese per il «teatruccio» parigino. «Però il signor Maestro vi farà alcune aggiunte, e dei ballabili ed altre cose.»116 Questo spiega perché il contatto con l’Opéra per la realizzazione del vecchio progetto fu fulmineo. Verdi e Muzio erano arrivati a Parigi da appena 12 giorni, quando Muzio è già in grado d’informare il Barezzi: «Verdi è stato scritturato alla Grand’Opéra di Parigi per accomodare sopra un nuovo libretto la musica dei Lombardi, facendovi delle aggiunte. L’opera anderà in scena ai primi di novembre. Gli danno tutti i diritti d’autore come se fosse una nuova opera».117 Muzio era molto ammirato dell’abilità con cui il suo maestro riusciva a rifilare a questi altri beduini un’opera vecchia come se fosse nuova. «Il Maestro non fa che adattare la musica dei Lombardi alle parole francesi; ma però vi aggiunge cinque o sei pezzi, i ballabili.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.